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TEST - Giro Synthe, il casco dei pro che sparisce sulla testa

21 dic 2015

Riordinando le vecchie fotografie si ripercorre la storia del casco da bicicletta. Ricordate gli scioperi dei corridori contro l'obbligatorietà di questa protezione? Una polemica che oggi non esiste più perché i corridori di oggi sono stati abituati a correre sin dalle categorie giovanili con caschi definiti (impropriamente) integrali, ossia a calotta compatta e non a strisce come una volta.

Non è solo questione di abitudine tuttavia. Quei primi caschi con la calotta effettivamente lasciavano passare poca aria e, rispetto a quelli attuali, erano anche piuttosto pesanti, con conseguente maggiore affaticamento del collo.

Oggi la situazione è completamente cambiata. Nessun corridore si sognerebbe di rifiutare il casco, tanto più che i sistemi di aerazione moderni permettono di stare con la testa più fresca che a non avere nulla come protezione. E il peso è davvero ridotto.

Prendete questo modello di Giro: 234 grammi dice la bilancia, ma anche la linea e la compattezza sono notevoli. Niente fronzoli: disegno assolutamente pulito da non disturbare l'aspetto del ciclista. Il modello che ci ha fatto pervenire in redazione Larm, il distributore italiano di Giro, è anche di colore nero: perfetto per chi voglia un casco che si faccia notare poco.

Non solo estetica

Fin qui l'aspetto estetico, ma anche quello che per primo si nota. Il Synthe, così si chiama il modello top di gamma della linea Giro, è dotato di 26 prese d'aria e di un sistema di canalizzazione interna che permette il passaggio dell'aria costantemente sopra la testa quando è perfettamente indossato. La regolazione è affidata a una tecnologia chiamata Roc Loc Ari Fit System. Non si tratta solo di un sistema di regolazione della taglia (che può avvenire utilizzando una mano sola anche mentre si pedala), ma provvede a lasciare il casco leggermente sospeso sopra la testa proprio per favorire il passaggio dell'aria. Questo non avviene in maniera casuale, ma seguendo le caratteristiche e il disegno interno voluto dal Wind Tunnel Ventilation, un sistema che innesca una circolazione forzosa dell'aria all'interno (come avviene, appunto, nelle gallerie del vento) per aumentare l'efficacia del raffreddamento. L'aria esterna viene risucchiata all'interno mentre viene espulsa quella calda. Ecco perché la sensazione di stare “più freschi” è reale.

Al comfort, poi, contribuisce l'imbottitura interna X-Static, che prevede minuscoli filamenti d'argento all'interno del tessuto per sfruttarne le proprietà antibatteriche (lo stesso principio è usato in alcuni spray antibatterici di uso medico) che evitano l'insorgere di odori sgradevoli per il sudore.

A chi è dedicato il Synthe?

Quando testiamo una bicicletta siamo soliti immaginare il cliente tipo di quel modello e poi vedere se coincide con il pensiero dell'azienda che la produce. Ci sono mille modi diversi di usare una bici, ma un casco come questo… potrebbe andare davvero a tutti. Ovviamente, visto il livello, è da immaginarsi per i corridori. I test in galleria del vento parlano anche di ottimi risultati dal punto di vista aerodinamico: il Synthe se la gioca con i migliori caschi da cronometro, nonostante le aperture di cui è dotato.
Se è perfetto per i corridori, proprio grazie alla sua linea, lo vediamo benissimo in qualsiasi situazione, cicloturismo compreso e fino alla… città. Poi ognuno si farà i suoi conti, ma certamente un casco così compatto e discreto può adattarsi ad ogni tipo di pedalate. Dal punto di vista estetico, Giro, ci ha abituati bene.

Il Synthe è disponibile, oltre che in nero, in altre sei varianti di colore e in tre misure. Il prezzo di listino è di 269,00 (€ 299,00 la versione MIPS nel colore Highlight Yellow).

www.larm.it