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I Ciclocomputer

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· Calcolo della velocità media

Il ciclocomputer è l'accessorio per antonomasia. La sua funzione principale è raccogliere i dati sulla distanza percorsa.

I primi modelli erano dei semplici contachilometri. Funzionavano con un sistema meccanico e si fissavano direttamente al mozzo anteriore e visualizzavano distanza parziale e totale su un display a due righe. Successivamente li si è trasportati sul manubrio mediante un sistema di trasmissione a cavo rotante. Oltre alla distanza è comparso anche l'indicatore di velocità, ma sempre rigorosamente meccanici. Stiamo parlando di preistoria rispetto ai modelli attuali.

Quelli arrivati sul mercato nei primi anni Novanta erano dei sistemi piuttosto semplici, ma il funzionamento elettronico garantiva la precisione della misurazione: si impostava il valore della circonferenza della ruota (così come avviene per i modelli attuali) e si aveva la certezza di leggere sul display a cristalli liquidi il valore relativo a distanza parziale, totale, e velocità di percorrenza. I grandi passi fatti dall'elettronica hanno portato questi primi apparecchi a diventare sempre più sofisticati, resistenti e ricchi di funzioni.

Funzionamento

I ciclocomputer elettronici sono costituiti da un sistema elettromagnetico per la rilevazione della velocità e da un'unità centrale dotata di display, che si fissa al manubrio della bicicletta.

La velocità viene rilevata rapportando la frequenza di rotazione della ruota al suo diametro. È proprio la misura del diametro della ruota, solitamente espressa in millimetri, che deve essere impostata manualmente nel sistema per poter ottenere dei dati precisi. Nei manuali dei ciclocomputer si possono trovare le tabelle di conversione per avere il dato da impostare in base alle misure delle proprie coperture, ma vi consigliamo comunque di effettuare la misurazione manualmente senza ricorrere a calcoli la cui approssimazione risulterebbe amplificata nel risultato finale. Per misurare il diametro della ruota è sufficiente farla ruotare completamente su una superficie piana su cui avremo cura di segnare un punto di partenza. Si può prendere come riferimento la valvola per poter facilmente individuare il giro completo.

La frequenza di rotazione della ruota viene rilevata tramite un magnete fissato su un raggio della ruota che viene rilevato da un sensore che va fissato alla forcella della bicicletta. L'impulso, dal sensore, viene trasmesso alla basetta su cui si fissa il ciclocomputer al manubrio e, da qui, direttamente allo strumento che effettua i calcoli opportuni da restituire sul display.

Il sensore è collegato alla basetta tramite un cavo elettrico o, negli apparecchi più evoluti, attraverso un sistema senza fili. Un sistema di codifica e comunque la scarsa portata (appositamente tarata, anche per sfruttare al meglio le batterie) del sistema senza fili assicurano la precisione al riparo da interferenze di altri strumenti analoghi.

Funzioni base

Alla base di ogni ciclocomputer ci sono la misurazione della distanza totale, parziale (quella della singola uscita) e della velocità istantanea (magari con memorizzazione della velocità media e della massima raggiunta). E fino a qui vi abbiamo parlato di un ciclocomputer da poche decine di euro.
Ovviamente non sono solo le funzioni a fare il livello di uno strumento ma anche la qualità costruttiva. I primi sistemi elettronici, e anche qualche ciclocomputer attuale dei più economici, soffrivano di problemi di impermeabilità. In particolare la difficoltà era nello schermare i contatti nel punto di innesto sul manubrio e sul sensore alla forcella. Negli apparecchi meno sofisticati l'umidità può mettere in crisi la rilevazione restituendo risultati poco attendibili o bloccandosi fino all'asciugatura completa.

Funzioni evolute

Se velocità e distanza non devono mai mancare per definire un ciclocomputer come tale, ci sono tantissime funzioni che possono trasformare un semplice apparecchio in qualcosa di ben più sofisticato.

Ecco alcune funzioni che si possono trovare in un ciclocomputer evoluto:

  • Auto accensione/stop del sistema: l'apparecchio smette di registrare i dati quando il sensore non è più sollecitato. In questo modo la media e il percorso vengono calcolati con la bicicletta in movimento.

  • Doppio diametro delle ruote: possibilità di impostare nel sistema due diametri di ruote per poter adattare rapidamente il ciclocomputer a due biciclette: ad esempio la bicicletta da corsa e la mountain bike. Occorrerà per dotarsi di un doppio sensore e doppio magnete.

  • Altimetro barometrico: per avere indicazioni dell'altitudine a cui si pedala e poter calcolare anche la pendenza della strada.

  • Pendenza: si tratta di un accelerometro in grado di restituire un valore piuttosto preciso della pendenza della strada su cui si sta procedendo.

  • Cadenza di pedalata: questa funzione è implementabile in alcuni modelli semplicemente montando il sensore alla pedivella.

  • Termometro.

  • Contacalorie: pur essendo considerata una funzione “in più” quello delle calorie rimane comunque un calcolo molto approssimativo che viene dedotto in base ad alcune caratteristiche fisiche da preimpostare nel sistema e rapportato al percorso. Non tenendo conto però del percorso effettuato (strada più o meno scorrevole, vento contrario o a favore) è comunque da prendere con l'indefinitezza del caso.

Altre funzioni accessorie possono essere la possibilità di illuminare lo schermo, memorizzare un semplice diario di uscite (da interfacciare con il computer) e così via.

I sistemi GPS di ultima generazione stanno facendo una notevole concorrenza ai ciclocomputer (considerando anche la semplicità di utilizzo: non c'è alcun sensore da montare sulla bici, ma solo lo strumento da fissare sul manubrio e via). Tuttavia il prezzo rimane a favore del ciclocomputer (un modello evoluto costa mediamente la metà di un GPS entry level) che non manca su quasi nessuna bici ormai.