La bicicletta si deve adattare perfettamente al ciclista.
Per questo motivo le misure variano da persona a persona e, al momento dell’acquisto del telaio, occorre stabilire la taglia più opportuna. I telai di gamma media e bassa vengono proposti in un range di misure standard che coprono tutte le taglie possibili. Le differenze possono essere di uno o due centimetri a seconda del marchio.
Per le biciclette di alta gamma è possibile avere anche il telaio su misura con lunghezze ed angoli personalizzati per l’utilizzatore finale.
Le misure incidono sulle dimensioni del telaio dando per scontata quella delle ruote che sulla bici da strada sono da 28″. Ci sono, tuttavia, degli esempi di biciclette con ruote da 26″ che più di una volta sono state utilizzate anche in competizioni professionistiche.
Quale unità di misura?
A proposito di biciclette sentirete parlare in diverse lingue per quanto riguarda le misurazioni.
L’unità di misurazione classica è rappresentata dal sistema metrico decimale.
Le misure dei telai vengono considerate in centimetri e nella definizione di “taglia” di un telaio si fa riferimento solitamente al tubo piantone.
Le mountain bike portano con sé l’impronta americana e si farà riferimento ai loro telai con la misurazione in pollici (un pollice equivale a 2,54 centimetri) che fa sempre riferimento al tubo piantone. Si tenga conto della geometria sloping del telaio per evitare di incorrere in incomprensioni.
Infine ci sono le taglie definite in Small, Medium e Large (S, M, L) con tutte le loro variani (XS, XXS, XL e così via a seconda dell’assortimento dell’offerta) così come avviene per i capi di abbigliamento. Queste non fanno riferimento ad un misura precisa tradotta in centimetri o pollici ma comprendono un serie di misure cui quel telaio si può adattare. Viene da sé che questo tipo di misurazione è utilizzato per biciclette non su misura e comunque di livello non al top della produzione.
I FONDAMENTI DEL TELAIO SU MISURA
Considerata imprescindibile la letteratura in fatto di biomeccanica legata al gesto ciclistico e la figura da realizzare in base alla specialità, l’elemento determinante per la posizione sulla bicicletta è l’arretramento, ovvero la collocazione del baricentro corporeo in proiezione sulla linea orizzontale rispetto al pedale o punto di spinta.
In sintesi per la resa massima del sistema dinamico(uomo-bicicletta) più la forza muscolare del ciclista è alta rispetto alla forza peso, più il baricentro in proiezione in orizzontale si avvicina al pedale per generare la spinta.
A questo punto in base alla filosofia delle misure XS; S;M; L;XL è possibile individuare il telaio più appropriato che si inserisce nelle misure del soggetto, adattandolo con altezza e arretramento della sella ed attacco manubrio e manubrio.
In pratica il corpo o meglio il baricentro del ciclista rimane con lo stesso spostamento rispetto al pedale se rimangono costanti le sue caratteristiche di figura e dinamiche, per cui è sempre la bicicletta che va adattata nel realizzo della posizione.
Se il ciclista ha caratteristiche morfologiche e dinamiche tali per cui le misure del telaio corrispondono con il suo assetto l’obiettivo è raggiunto con il telaio standard.
In caso diverso sarà sempre una realizzazione della posizione sul telaio più prossimo. Risulta evidente che l’assetto realizzato garantisce in ogni caso la resa dinamica del lavoro del corridore sulla bicicletta, ma allora alla domanda tra un telaio adattato e non cosa cambia?
La risposta sta nella distribuzione del peso del ciclista che si scarica a terra alle ruote e con esse la aderenza al suolo della bicicletta. Quando realizzate le misure dell’assetto della bicicletta il baricentro risulta avanzato, vedremo la bicicletta con la sella avanzata e un attacco manubrio più lungo. In pratica rispetto alle ruote il corridore è più spostato in avanti con il risultato di u8n maggior grave sulla ruota anteriore e meno sulla posteriore con la conseguenza di una diversa aderenza del mezzo a terra. E’ chiaro che in queste condizioni situazioni critiche di guida costringono il corridore ad uno spostamento dalla sua posizione per tentare di gestire la stabilità del mezzo.
Essendoci spinti nel campo della stabilità oltre ai pesi entra in gioco anche la guidabilità del mezzo, prontezza nella sterzata , stabilità del mezzo nella sterzata, prontezza nella sterzata.
Questi parametri vincolati all’angolo di sterzo e rake della forcella con il giusto peso gravante sulle ruote contribuiscono alla massima stabilità della bicicletta in situazioni critiche e la loro peculiarità è l’obiettivo di ogni ciclista.
Bisogna considerare che comunque sussiste sempre l’intervento compensatore dato dal movimento sulla sella che il ciclista può effettuare, movimento però che i n un telaio adatto avverrebbe per condizioni di criticità dove in un telaio ben configurato non risulterebbe necessario.
Il problema che si evidenzia su cui abbiamo orientato i nostri studi proponendoci di dare soluzione è p
PROGETTARE sul corridore il TELAIO a massima resa dinamica fondamentalmente legato alla posizione, unita alla massima STABILITA’ dovuta alle misure costruttive del telaio.
Partiamo dalla guidabilità in senso stretto, dalla scelta del rake della forcella e i gradi del tubo sterzo, come da letteratura considerando come costante da realizzare la coppia di sterzata, in base alla lunghezza del tubo sterzo è possibile predeterminare i valori di questi parametri mediante appropriati calcoli.
Tenendo fissi questi dati, mantenendo fissa la posizione predeterminata che assicura la resa del corridore,variando altre misure del telaio entro i limiti imposti dal regolamento UCI, è possibile spostare del peso da una ruota all’altra tendendo alla massima stabilità del mezzo che risponderà in situazioni critiche di guidabilità.
E’ evidente che questo tipo di telaio costituisce un punto di arrivo nel senso che il corridore su cui viene determinato detto telaio deve essere in una situazione di forma fisica costante, ossia di peso e forza assodate, parametri soggettivi che sono legati ad un uso personale nel tempo della bicicletta.
A rigor di logica quindi, iniziando lo sport c del ciclismo si consiglia di farlo con telai con misure standard sui quali realizzare l’assetto, affinato e confermato il quale in prove di controllo successive, arrivati a quella che anche il corridore ritiene la sua “stabilizzazione ciclistica, sarà possibile passare al telaio a MASSIMA STABILITA’ le cui quote costruttive garantiranno oltre alla resa della posizione che il corridore già ha, anche la massima guidabilità e stabilità del mezzo a terra in situazioni limite.
Una ultima considerazione da fare sta nel fatto che cambiando nel tempo le condizioni dinamiche e/o posturali del corridore anche il telaio su misura andrà riposizionato, stà di fatto che sarà sempre un adattamento su un telaio sicuramente prossimo alla propria idealità.