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Attacco manubrio

Viene solitamente considerato come un componente “gregario”, tuttavia, l’attacco manubrio svolge una funzione molto importante e delicata. Provate solo a immaginare le sollecitazioni che subisce quando un ciclista pedala in piedi sui pedali o fa uno scatto aggrappandosi al manubrio con forza.

Il lavoro dell’attacco manubrio, d’altra parte, sarebbe piuttosto semplice se non lo volessimo pure leggerissimo. È proprio qui il nocciolo della questione e non solo per questo componente.

Dal punto di vista puramente tecnico l’attacco manubrio moderno si è andato parecchio a semplificare. L’adozione pressoché totale delle serie sterzo aheadset ha fatto praticamente dimenticare la forma ad angolo che l’attacco aveva fino a qualche anno fa. Non c’è più quindi una parte che si infila nel cannotto forcella, ma solo uno stelo con due estremità che vanno ad agganciarsi al cannotto forcella e alla piega manubrio, semplice.

L’attacco manubrio è solitamente costituito da uno stelo metallico (lega di alluminio, magnesio, più raramente in acciaio) o in fibra di carbonio. Il composito tuttavia non è molto diffuso per questo componente visto che comunque le parti terminali sono realizzate in lega (con qualche rara e pregiatissima eccezione). Le zone terminali prevedono delle chiusure che bloccano l’attacco sul cannotto forcella e sulla curva.

Gli attacchi moderni prevedono la possiblità di aprire completamente la chiusura sul manubrio per consentire un facile smontaggio della curva senza dover rimuovere i comandi dei freni. La piastrina anteriore viene fissata mediante una coppia o una doppia coppia di viti a brugola che permettono una distribuzione uniforme dello sforzo aplicato sulla zona centrale del manubrio. Soluzione quanto mai efficace pensando a componentistica in fibra di carbonio.

Nella parte posteriore l’attacco manubrio prevede un morsetto da fissarsi al cannotto forcella tramite una chiusura con una o due viti a brugola. Anche qui, pensando al carbonio, è possbile trovare diverse soluzioni: viti incrociate, disassate tra loro e così via. Tutte soluzioni volte a migliorare l’uniformità del tensionamento. Le misure

Oltre al discorso dei materiali gli attacchi manubrio si distinguono nelle misure disponibili. Avendo una responsabilità diretta nel posizionamento del ciclista sulla bicicletta devono essere di misure differenti per dare ciascuno la possibilità di adattarsi al meglio in sella.

Il mercato propone attacchi che vanno da un minimo di nove centimetri ad un massimo di quindici. Queste sono le misure estreme, in una bicicletta ben proporzionata e senza esigenze particolari di posizione ci si limiterà entro misure più tradizionali comprese tra gli 11,5 cm e i 13 circa.

Attenzione poi alla misura degli attacchi su forcella e manubrio. Un attacco da un pollice e un ottavo può adattarsi (con uno spessore apposito) ad un cannotto da un pollice, ma non il contrario, ovviamente.

Il diametro del manubrio deve essere invece preciso. Qui le variabili sono tra la misura standard (26 mm) e la oversize (31,7-31,8 mm).

La chiusura posteriore blocca l'attacco sul tubo forcella. Nella soluzione proposta dalla Ritchey le viti sono incrociate per migliorare l'uniformità della chiusura.

Con questo adattatore è possibile montare un attacco manubrio di tipologia aheadset anche su una forcella non predisposta per questo tipo di serie sterzo. Lo stelo si infila e si blocca nel cannotto grazie all'expander e permette l'aggancio all'attacco.

Per regolare l'altezza dei manubri aheadset occorre aggiungere (o togliere) gli spessori tra attacco e serie sterzo. Ce n'è di diverse misure ma è necessario che il cannotto forcella sia lungo abbastanza.