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La bicicletta di Alfredo Binda e quella soluzione per la catena

Negli anni del ciclismo eroico l’asfalto non esisteva e la polvere era una lima micidiale su tutti i componenti meccanici della bicicletta. Ovviamente a risentirne era soprattutto la catena. E allora Alfredo Binda, il campione di Cittiglio, ha ideato una soluzione personale: un oliatore semi-automatico, da utilizzare in caso di necessità.

 

«Binda era un maniaco della meccanica - racconta Ettore Rossoni - il custode del museo dedicato a Binda nella sua Cittiglio, in provincia di Varese - e non passava giorno che non si mettesse a smontare qualcosa per vedere come alleggerire o rendere più efficace la sua bicicletta».

Per la catena ha pensato di fare un foro direttamente nel reggisella e collegarlo ad un beccuccio posto sul tubo sella in prossimità della catena. Prima di una corsa Binda faceva riempire il giusto quantitativo d’olio in modo da averlo pronto alla bisogna.

La bicicletta che abbiamo fotografato è quella con cui Binda vinse il mondiale del 1932 a Roma.

Tra le curiosità, da notare su questa Legnano, la presenza di rapporti sulla ruota posteriore da cambiare... a mano, oppure con un sapiente colpo di scarpino. È presente il tendicatena (che evita di dover spostare il mozzo posteriore ma ancora non ci sono le levette che permettono, contropedalando, di spostare la catena su un altro rapporto. Il mozzo è dotato di doppia filettatura per alternare i rapporti, oppure per montare il pignone fisso.

Il freno Universal. Uno dei più pregiati fino agli anni 60-70.



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