Era la bicicletta del ritorno in gruppo di Wilier Triestina. Anno 1997 e a correrci era addirittura un Marco Pantani che si era già fatto conoscere per potenza e intelligenza. La bicicletta nella foto è proprio quella con cui il campione di Cesenatico avrebbe vinto la tappa all’Alpe d’Huez del Tour de France 1997 lasciando sulla strada Jan Ullrich.
Quella bici era costruita con tubazioni in alluminio Easton che arrivavano ad uno spessore minimo di appena 0,8 millimetri per il tubo superiore. Un valore decisamente minimo alla ricerca di una leggerezza che “Il Pirata” prediligeva. E visto il peso dell’atleta poteva anche permettersi di avere la bicicletta con tubi un po’ al di sotto della media come peso: il telaio era comunque compatto, viste le misure. Pantani aveva dalla sua un rapporto peso/potenza eccezionale, non una potenza assoluta.
La forcella fotografata nell’immagine di apertura è ancora in acciaio. Wilier Triestina ne stava preparando una speciale in alluminio, sempre Easton.
Nell’immagine lo sterzo ha ancora due spessori sotto l’attacco manubrio. Nelle foto di corsa di quell’anno se ne vedrà solo uno: Pantani, alla ricerca della posizione più efficace, ne avrebbe fatto togliere uno accorciando anche il cannotto forcella.
Eccola qui insomma, poi eccovi anche quella bella vittoria in sella alla Wilier gialla.
E poi…
Nell’era dei social network questo pezzo è stato subito individuato da un costruttore di componentistica, PMP. Il titolare, oggi in pensione, ci ha raccontato qualche chicca su Pantani e le sue biciclette. Realizzando componenti superleggeri, spesso i corridori andavano da lui per limare qualche grammo. E Pantani era uno dei più maniaci del peso per la propria bicicletta. «Soprattutto voleva il reggisella che gli facevo io in titanio – ci ha raccontato Luigi Noris – non perché non l’avesse nello stesso materiale dalla ditta che gli forniva la componentistica, ma perché quello aveva il bloccaggio della sella che non permetteva un aggiustamento millimetrico dell’inclinazione: era zigrinato, e allora costringeva i meccanici a lavorare di lima per togliere la dentellatura. Oppure prendeva il mio che era perfettamente liscio».