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Incentivi bici. Interessanti ma nel momento sbagliato?

30 apr 2009

ministeroambienteNei giorni scorsi il Ministero dell’Ambiente, in accordo con l’Ancma, ha stabilito   degli incentivi alla diffusione di veicoli a basso impatto ambientale. La cosa interessante è che, almeno per le biciclette, di cui parliamo qui, non si tratta di una rottamazione, ma di un vero e proprio sconto che riguarda non solo le city bike. A scorrere marchi e modelli inclusi nell’iniziativa si trovano molte biciclette da corsa (e mtb) di altissima gamma. Telai in carbonio e gruppi Super Record o Dura Ace. Un’occasione davvero da non perdere per chi sta pensando di rinnovare la propria bicicletta. La notizia, assieme ai documenti di riferimento, la trovate qui. Dal sito ufficiale del Ministero dell’Ambiente potete trovare il decreto direttoriale, ma anche il listino con tutti i mezzi acquistabil. Preparatevi a sfogliarlo con calma: ci sono anche i ciclomotori, ma non faticherete a trovare i marchi di bici. Ce ne sono di molti importanti, sia per quanto riguarda le bici da strada che le mountain bike.

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Un esempio del listino pubblicato sul sito del Ministero dell'Ambiente

L’iniziativa appare interessante anche se non tutti sembrano convinti. I primi a muovere le critiche sono proprio i negozianti. Secondo alcuni un’iniziativa di questo tipo, proprio in questo momento in cui, storicamente, il mercato torna a muoversi, diventa un problema. «Il sistema è ancora da oliare – ci ha spiegato qualche negoziante cui abbiamo chiesto un parare – e spesso quando andiamo ad inserire la pratica, con il cliente davanti, il sito di riferimento risponde con un errore. Probabilmente si tratta di intasamenti temporanei, ma intanto si perde una vendita». Inoltre, più di uno ha lamentato il fatto che allo sconto fatto subito, corrisponderà un rimborso tra diversi mesi. E intanto il negoziante va in perdita visto che il rimborso è superiore al margine di guadagno. Curioso anche come dagli incentivi (si veda il listino, datato al 16 aprile 2009 - al momento di pubblicare questo articolo) siano per ora esclusi marchi anche piuttosto importanti che, quindi, rischiano di vedere una considerevole battuta di arresto per i propri modelli. A quanto abbiamo potuto sapere, comunque, la lista dovrebbe presto essere aggiornata con nuovi nomi. Certo, una notizia di questo tipo non è positiva per il mercato perché gli acquisti rischiano di contrarsi in attesa degli sconti.

Già che ci siamo, parliamo di numeri concreti.

L’incentivo è in proporzione al valore del mezzo fino ad un massimo di 700 euro. Niente male insomma. Ma dalla prima superficiale impressione vediamo di ragionarci un po’ su.

Il primo dubbio è da parte del cliente.

Lo sconto è fatto dal prezzo di listino della bicicletta e sappiamo bene che le biciclette a prezzo di listino non vengono mai vendute. Anzi, in tempi di crisi e di grande concorrenza (pensate a ciò che si può trovare nei negozi on line) i negozianti abbattono di parecchio i prezzi. È piuttosto improbabile pensare che il negoziante applichi lo stesso sconto (che riduce moltissimo il margine di guadagno) e poi ci metta anche l’incentivo (che a lui verrà rimborsato in seguito). Molto più facile parlare direttamente di prezzo di listino e di incentivo, riducendo o annullando lo sconto che si sarebbe fatto. Certo che se le cose vanno così in fondo ai negozianti non andrà troppo male visto che, di fatto, potranno mettersi in tasca buona parte dell’incentivo recuperando sullo sconto che avrebbero fatto. Per cui occorre valutare bene qual è il prezzo REALE di vendita di una bici per poi sapere quanto sarà valutata con l’incentivo.

Ma i negozianti, a ben guardare, non sono messi così bene.

Al di là dei dubbi già espressi in apertura di articolo, c’è da dire che su certi modelli il margine di guadagno non è molto alto. Per cui si tratta, in pratica, di anticipare dei soldi che rientreranno in seguito. Per ogni bici venduta, intanto, il negozio andrà in perdita anziché guadagnare. Ma su questo il tempo sistemerà le cose. Poi c’è il rischio di trovarsi in casa delle biciclette costose di marchi che non aderiscono all’iniziativa (e chissà se vi aderiranno in seguito) che diventano invendibili. E d’altra parte uno sconto di 700 euro su una top di gamma difficilmente può essere applicato senza andare in perdita. Le bici resteranno lì. «Inoltre – ci ha confidato un negoziante – non possiamo neppure fare finta di niente e vendere le bici senza incentivo mancando di avvisare l’acquirente. Non sarebbe onesto fare leva sulla sua ingenuità, senza dire che, una volta che questi venisse a sapere dell’iniziativa, il negoziante perderebbe un cliente e pure la faccia. «Per cui ci tocca dire: “attenzione, stai comprando una bici ad un prezzo più elevato di quanto potresti ora perché questo marchio non aderisce all’iniziativa” a quel punto se non si ha in casa una bici adeguata ai gusti del cliente la vendita è definitivamente perduta». Insomma, c’è da sperare che tutti i marchi più importanti si adeguino rapidamente all’incentivo del governo (e, si badi, non serve essere iscritti all’Ancma per mettere il proprio marchio nel listino di quelli con l’incentivo). Intanto conviene informarsi bene per capire cosa e come si può acquistare nella maniera più conveniente. Certo è, che altre riflessioni continuano a giungere dai negozianti, ma anche dai forum e dai newsgroup su internet. La primavera è il periodo del rilancio del mercato. «In questi giorni le bici si vendono da sole» confida qualche negoziante. E mettere in moto questo meccanismo, aspettando che vada a regime per bene, rischia di frenare il mercato anziché rilanciarlo. Un bel contrappasso. Non sarebbe stata meglio a novembre questa iniziativa? Poi qualcuno si chiede pure a cosa servano gli incentivi su biciclette da seimila euro. In fondo quel livello di bici è quello che risente meno della crisi. E se l’incentivo è per i “mezzi a basso impatto ambientale”, fermo restando che si tratta pur sempre di bici, forse sarebbe stato meglio concentrarlo sul livello di bici che porta beneficio all’ambiente, sostituendo il proprio uso a mezzi inquinanti. È improbabile che qualcuno possa mai usare la bici in carbonio col gruppo Super Record 11V per andare al lavoro e lasciarla legata al palo. Ma l’incentivo, evidentemente, è fatto più per aiutare il mercato più che l’ambiente. In ogni caso, per chi vuole approfittarne, è meglio non perdere troppo tempo. Non c'è una scadenza ma, come succede per queste cose, si va vanti fino ad esaurimento dei fondi. Quando la burocrazia sarà a regime c'è da scommetterci che questo avverrà piuttosto rapidamente. Se poi se ne dovessero accorgere le squadre che devono rifornire i propri corridori...

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Una bici elettrica. Potrebbe essere l'occasione giusta per acquistarne una.

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