8 giu 2010 – Tra i tanti spunti tecnici che alcuni giornalisti potevano trovare nel parlare del 93° Giro d’Italia, ne è venuto fuori uno decisamente singolare: un sistema per dopare la bicicletta. Viene da pensare che si sia più alla ricerca della notizia sensazionale più che di uno spunto tecnico reale, ma a ben guardare, qualcosa di interessante si può trovare.
Incuriositi dall’argomento siamo andati a studiarcelo questo sistema: qui trovate le informazioni relative a questo che è un vero e proprio motorino da nascondere nella bicicletta. Si tratta, ovviamente, di un sistema elettrico che si infila all’interno del tubo piantone e, tramite un alberino, va ad agire direttamente sul perno del movimento centrale.
A vederne le caratteristiche, lo diciamo subito, difficilmente il sistema sembra efficace per una corsa ciclistica. Almeno allo stato attuale. La durata limitata delle batterie e il suo peso fanno pensare che si tratti di una zavorra (il sistema pesa 900 grammi) che potrebbe aiutare solo per un periodo limitato. Certo, si possono sempre pensare a cambi di bici strategici al momento giusto, ma insomma, ci piace pensare che la cosa non verrà sfruttata, prima di tutto per motivi di onestà, nel ciclismo agonistico.
Diverso il discorso per chi pedala per diporto ovviamente.
Nelle immagini che vedete è illustrato il sistema. Tra l’altro il pacco batterie appare piuttosto ingombrante e pure volendolo elaborare per nasconderlo nel telaio, diventerebbe un problema in più.
Per ora, quindi, nessun pericolo di doping della bicicletta. Ma le evoluzioni future possono far temere che prossimamente i tecnici dell’UCI potranno trovarsi a dover discutere altri sistemi di controllo sui mezzi meccanici oltre che sui parametri geometrici.
AGGIORNAMENTO 28 maggio 2010:
Al Processo alla Tappa del 27 maggio 2010 è stata presentata, effettivamente, una bicicletta con un sistema di trazione nascosto all’interno del telaio. Ingegnosamente i tasti di “avvio” del motorino sono stati nascosti sotto i pggiamani in gomma in modo che da fuori non apparisse assolutamente nulla.
Che dire? Effettivamente siamo stupiti. Non dalla tecnologia. Nell’intervento precedente avevamo ipotizzato uno sviluppo possibile ma, in effetti, tecnologicamente non manca nulla nella realizzazione. Anche perché, a quanto pare, qualche corridore pare aver usato una bici di questo tipo sin dal 2004.
Resta l’amarezza per un altro trucco truffaldino che si presta a commenti a senso unico. Se vogliamo è meglio dopare una bicicletta che un essere umano. Magra consolazione.
Redazione Cyclinside