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Trek 2016: la nuova Madone esempio di integrazione. E che numeri!

03 lug 2015

Aerodinamica è la parola d’ordine delle biciclette di nuova generazione. Sarà, anzi: è già, uno dei temi che vedremo svilupparsi nelle prossime fiere di settore. Insieme all’aerodinamica, l’altro punto chiave è l’integrazione tra telaio e componenti.

Una risposta a chi credeva che, raggiunto il vertice con la qualità dei materiali (e certo sul carbonio attuale c’è poco da aggiungere) ci fosse ben poco da inventare ancora.

L’aerodinamica della bicicletta, va detto, ha un peso relativo nell’economia di un mezzo su cui poi a sistemarsi un ciclista in una posizione, in assoluto, che ha poco a che fare con la penetrabilità all’aria. Pensando alla prestazione assoluta, però, il senso c’è, eccome. E se non farà la differenza per i comuni mortali, ha certamente senso per i corridori. Che poi non c’è niente di male a volere un mezzo come quello dei pro’, anche se difficile quantificare nelle uscite di tutti i giorni (ma anche in una granfondo, a prescindere che la si interpreti da corridore o meno).

Però c’è un aspetto decisamente importante in questa ricerca aerodinamica: il risultato estetico. Le biciclette che escono dalla galleria del vento hanno un fascino tutto loro che sta andando a caratterizzare una stagione tecnologica. Tanto più, poi, se l’aerodinamica si sposa alle caratteristiche di un telaio che riesce ad essere rigido e in grado di restituire tutta la potenza che gli viene impressa.

Uno degli ultimi arrivati, nelle presentazioni del 2016, è il nuovo Madone di Trek.
La bicicletta di vertice della casa americana che è stata pensata in tre versioni. Race, più tranquilla, oppure con geometria dedicata alle donne. Rispettivamente chiamate H1 Fit, H2 Fit e WSD: Fit for women.

Parliamo di bicicletta, in questo caso, e non di telaio, perché la nuova arrivata non è solo un esercizio aerodinamico di alto livello, ma il risultato di un’integrazione davvero notevole tra tutti i componenti. Impossibile non considerare la nuova Trek come un tutt’uno. Freni e manubrio fanno parte integrante della struttura. Sono il risultato di un’analisi complessiva che ha portato gli ingegneri di Trek a considerare come cosa unica bicicletta e ciclista.

Il listino italiano per la nuova Madone nelle diverse versioni.

Seguendo questo principio si è lavorato in galleria del vento, ma anche su strada, simulando e ripetendo diverse situazioni così da poter creare dei modelli su cui basarsi. Sono state considerate situazioni di vario tipo, compreso il pedalare in gruppo, a ruota di altri ciclisti e così via.

Il risultato sono le forme della nuova Madone. Spicca allo sguardo il freno anteriore integrato nella parte frontale della forcella. Un sistema complesso nella progettazione del freno a trazione centrale che prevede alette di copertura aerodinamiche caratterizzate da un sistema complesso per il passaggio del cavo visto che il tiraggio è centrale e tutto inserito all’interno del telaio.

Integrato è anche il manubrio, non più un accessorio da scegliere a completamento, ma parte integrante della struttura della bicicletta. Nell’integrazione totale dei componenti è prevista anche la finestra sul tubo obliquo che può alloggiare i registri dei cavi cambio o l’ingresso per la gestione della batteria. Tutti i cavi sono previsti a scorrimento interno per lasciare pulita la linea del telaio. Lo studio aerodinamico ha riguardato anche il posizionamento del portaborraccia e, ovviamente, il freno posteriore sempre a tiraggio centrale.

Il reggisella è un altro punto cruciale della nuova Madone. Può essere considerato integrato ma realizzato per dare comfort, inoltre è dotato di un supporto posteriore che ne permette la microregolazione in altezza.

Nel discorso di integrazione totale rientra anche l’installazione del chain guard direttamente sul movimento centrale. È quella linguetta, in accessorio al deragliatore, che evita la caduta della catena sul telaio in caso di cambiate imprecise.

Ulteriori informazioni su: http://www.trekbikes.com/it/it/