RSS

Aso-UCI: E se alla fine dovessimo ringraziare i Francesi?

18 dic 2015

L'ASO, la società organizzatrice del Tour de France, ma anche di Parigi-Roubaix, Vuelta, Liegi-Bastogne-Liegi e diverse altre, ha dichiarato di voler uscire dal calendario World Tour a partire dal 2017.
La rottura è importante perché, di fatto, queste corse importanti, non rispetteranno più gli eventi così come ha stabilito l'UCI che, proprio oggi, ha diramato un comunicato in cui afferma che la propria posizione e decisioni sul calendario internazionale sono state prese sempre in accordo con i maggiori attori del ciclismo professionistico […].
Quello cui stiamo assistendo è un braccio di ferro tra due realtà molto importanti e, al momento, è difficile dire chi sia la più forte. L'ASO rappresenta la forza della tradizione, pur organizzando corse in paesi emergenti ed economicamente importanti per il ciclismo. L'UCI ha messo in piedi, già da tempo, una riforma del calendario internazionale che vuole dare uno spazio sempre maggiore ad eventi in tutto il mondo. È la rivolta del ciclismo eurocentrico. Uno sport a così forte tradizione storica non può modificarsi in maniera così importante senza il rischio di uno stravolgimento. Già vedere i corridori gareggiare in lande desolate dove la maggior parte degli spettatori all'arrivo sono i massaggiatori che li attendono dopo il traguardo, fa riflettere sul reale interesse di un movimento che è sempre stato legato a doppia mandata col suo pubblico. L'attenzione alla convenienza economica non è certo una colpa, ma se questa diventa un rischio di snaturare uno sport popolare come il ciclismo allora è bene farsi qualche domanda.

L'ASO non è solo il Tour de France. La più grande corsa a tappe del mondo difficilmente potrebbe essere toccata dalle rivoluzioni dell'UCI, ma la società francese, evidentemente, ha fiutato il pericolo. E intanto cerca anche di tutelare le altre corse che gestisce. Classiche del Nord e Vuelta sono storia del ciclismo e ogni volta che si corrono diventano una rievocazione di un'epica che è pericoloso abbandonare. Cosa ce ne faremmo di grandi corse a tappe ridotte a due settimane? Sarebbero corse di dilettanti o poco più. Guai a togliere ai campioni di oggi il confronto col passato.

La presa di posizione dell'ASO è un campanello d'allarme anche per le gare italiane, Giro d'Italia soprattutto. La Corsa Rosa non ha il peso del Tour e già ora sta soffrendo un calendario che la penalizza (a dire il vero lo soffre da quando è stata anticipata a maggio) e la concomitanza con il Tour of California è un pericolo reale. Appena la corsa americana dovesse spingere sull'acceleratore economico (ha già fatto prove importanti in questi anni) potrebbe togliere i campioni più importanti dal Giro, riducendone la portata.
Anche la volontà di abbandonare il movimento a termine stagione 2016 da parte di Oleg Tinkov non è un buon segno.
Siamo sicuri, allora, che l'internazionalizzazione del ciclismo sia una cosa positiva?

GR

Oleg Tinkov, intanto, saluta dalla sua bici durante gli allenamenti con il suo team (e il campione del mondo Sagan) a Gran Canaria. In alto, invece, Vincenzo Nibali e l'Astana a Calpe