La fibra di carbonio è un materiale completamente diverso da tutti gli altri. Fino alla sua comparsa si dava per scontato che un telaio per bici fosse metallico. Con il carbonio le cose sono cambiate radicalmente.
Tanto per cominciare la fibra di carbonio è un materiale anisotropo. Vuol dire che ha un comportamento differente a seconda delle linee di forza che vengono considerate.
Anche con i metalli si può arrivare ad una certa anisotropia, ma solo lavorandoli con forme particolari (ad esempio prevedendo delle nervature), un tubo di carbonio, invece, può essere perfettamente tondo e con spessori identici su tutta la sua struttura ma avere resistenze diverse a seconda di come lo si solleciti. Questo perché la fibra di carbonio è un materiale composito, ossia un intreccio di fibre opportunamente orientate. Per quanto riguarda l’intreccio si veda qui.
Per approfondire com’è fatto e come viene lavorato, invece, si veda qui.
Approfondimenti sulle rotture si possono trovare qui.
Anche se ormai la diffusione del carbonio è a tutti i livelli di prezzo del mercato della bicicletta, il composito ancora porta con sé alcune perplessità del primo periodo. Prima fra tutte quella sull’effettiva affidabilità. Lo diciamo subito: ormai il dubbio è stato ampiamente dissipato dall’evidenza. Ma per gli scettici, e comunque per chi vuole approfondire, ecco un po’ di informazioni al riguardo.
Sicurezza del carbonio
Sicuro o non sicuro? La domanda è lecita, ma, va detto, nasce da una pessima presentazione che era stata fatta del composito alla fine degli anni ottanta, quando questo materiale era stato presentato con pomposità al mondo del ciclismo.
Col carbonio si può fare di tutto, è vero. Pensate solo che ci si costruiscono delle ottime canne da pesca e pinne che richiedono flessibilità del materiale. Ma in fibra di carbonio sono pure i braccetti delle sospensioni delle macchine di Formula Uno, e lì non si scherza in quanto a richiesta di solidità.
Tutto dipende da come il carbonio viene lavorato. Il filo di carbonio in sé ha caratteristiche analoghe in tutte le fibre, però viene intrecciato diversamente, utilizzato in pelli di diverse dimensioni, utilizzate con orientamenti differenti e in diverse quantità. Ce n’è abbastanza per costruire di tutto, dal canestro per far giocare i bambini alle parti strutturali di un’astronave.
Il problema è proprio qui. Quando il carbonio è arrivato nella bicicletta la sua onda è stata cavalcata da chi ha voluto farci subito tanti soldi mettendo in giro telai poco collaudati e, alla luce della riuscita che hanno fatto, neppure tanto affidabili.
I primi tubi in carbonio, poi venivano fissati dentro congiunzioni in alluminio e la tecnica di incollaggio era ancora acerba. La differenti caratteristiche di carica elettrica tra carbonio e alluminio mettevano in atto una migrazione di elettroni tra i due materiali (flusso galvanico) che, in tempi relativamente brevi, portava all’inevitabile crisi della giunzione.
Il mercato, come al solito, si è dimostrato un giudice implacabile facendo letteralmente fuori chi lavorava male. Allo stato attuale delle cose i risultati sui prodotti in commercio parlano in deciso favore di chi lavora la fibra di carbonio. Ogni tubo e ogni sezione viene costruita appositamente per la funzione che deve svolgere e i risultati, a quanto è dato a sentire dalle aziende, sono soddisfacenti, con un ritorno per difetti prossimo allo zero. Vero che le aziende difficilmente andranno a raccontare in giro i loro problemi ma l’entusiasmo con cui vengono presentati i nuovi prodotti la dice lunga sulla sicurezza commerciale raggiunta.

I controlli delle ditte
Molti costruttori testano ogni prodotto realizzato passandolo ai raggi X per evidenziare la presenza di imperfezioni non decifrabili a occhio nudo. Una richiesta sui test effettuati e con quale frequenza possono aiutare i più sospettosi. Pretendere una risposta con cortesia è lecito, può bastare a capire con chi si ha a che fare.
I controlli da fare in casa
Poi ci sono i controlli che si possono fare in casa nel normale utilizzo della bicicletta. Anche in questo caso la pulizia accurata e regolare del mezzo aiuterà ad evidenziare eventuali problemi. Non deve preoccupare più di tanto un’eventuale problema allo strato di vernice superiore. Spesso la vernice tende un po’ a “vetrificarsi” perdendo elasticità e le vibrazioni del carbonio possono provocare qualche piccola crepa. Bisongna però verificare che le crepe non siano più profonde e interessino anche la fibra.
Il comportamento del telaio in carbonio, poi, è avvertibile anche acusticamente. Rumori sinistri durante la pedalata devono mettere in allarme. In caso di buche possono avvertirsi dei tonfi secchi provenire dal telaio. Non è detto che siano indice di un problema (può essere semplicemente un assestamento della serie sterzo o del movimento centrale) tuttavia un controllo visivo accurato è sempre da raccomandarsi in caso di dubbi.
In caso di incidente
I colpi molto forti possono mettere in crisi una struttura in fibra se non è predisposta a subirli. Una forcella di sicuro non nasce per sopportare lo scontro con una macchina, ma non è detto che il danno sia evidente. L’innesco della rottura può crearsi all’interno della struttura e, senza un controllo accurato del costruttore, non si può essere certi della sicurezza del prodotto. È la stessa regola valida anche per i caschi da moto, ma lì è scontato che in caso di impatto si debba cambiare la protezione pure se apparentemente intatta. Ci siamo capiti.
E se si rompe?
Innanzitutto dipende da cosa si rompe. Un composito può essere sempre riparabile ma non è detto che ne valga la pena, l’applicazione di pelli aggiuntive con l’ausilio di apposite resine può facilmente riportare la struttura alla resistenza ed affidabilità originale, ma occorre sempre rivolgersi ad esperti del settore (non necessariamente al titolare del marchio riportato sulla bici o sull’accessorio in questione.
I telai fasciati o assemblati possono essere riparati semplicemente sostituendo la parte danneggiata. Vegnono utilizzati appositi solventi che sciolgono i collanti e le fasciature e permettono di “ricostruire” il telaio riportandolo alle caratteristiche originali. Ovviamente, anche in questo caso, vanno valutati per bene i costi.
Ci fidiamo?
Ecco dov’è la paura della fibra di carbonio. Le leghe metalliche evidenziano chiaramente il danno subito e, in caso di mancanza di crepe si può stare ragionevolmente tranquilli. Il composito, trattandosi di un materiale tecnologico, va verificato da chi lo conosce bene e, soprattutto, ha gli strumenti necessari per rilevarne eventuali imperfezioni. In condizioni ottimali, così come per le leghe, il carbonio è assolutamente affidabile e, in molti casi, più efficace degli altri materiali.
Un po’ di malizia
Non è detto che la fibra migliore sia necessariamente la più bella. Sì, perché quella che noi vediamo esteriormente è solo l’ultima pelle di fibra: quella più esterna. Ovviamente chi fa carbonio cura che questa sia bella a vedersi e di sicuro non può dare informazioni sulle reali disposizioni delle pelli sottostanti. In fondo si tratta di piccoli segreti che ogni costruttore custodisce gelosamente.
Salve , premesso che con la bici ho poco o niente a che fare , ho un telaio in fibra di carbonio , ritirato da una fabbrica che poi ha chiuso , e un telaio ancora allo stato grezzo , non lucido , ha ancora l etichetta ataccata , poiché ripeto non me ne intendo ,volevo costruire ,( non io) una bici , assemblando dei pezzi mancanti ,forcella ,pedali, manubrio ecc, pero ho delle perplessità , che si possa assemblare , uno che ne capisce , mi aveva detto che grazie alle trame del carbonio, questo è un telaio che potrebbe costare nuovo chiaramente , anche €3000, …poi e sempre rimasto in garage , volevo sapere se mandandovi qualche foto potete darmi qualche suggerimento….?! Saluti.
Salve Mirco, la cosa migliore da fare è portare il telaio a un bravo negoziante che saprà suggerire il fa farsi e cosa montare per completare la bicicletta.
Attenzione che il telaio, però, sia rispondente a tutte le normative di sicurezza (cosa che può garantire chi ha realizzato il telaio) e non sia qualcosa di provenienza dubbia.
Si veda qui in proposito: https://cyclinside.it/la-falsa-sicurezza-del-falso/