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Cronometro - Triathlon

Rispetto alle biciclette da corsa, quelle da cronometro e da triathlon vivono una loro vita parallela. Ciò è dovuto anche alle maggiori possibilità offerte dai regolamenti tecnici che sono più permissivi con questi mezzi studiati per fare velocità individualmente.
Le gare a cronometro, infatti, non si corrono con tutti i ciclisti insieme, ma questi partono scaglionati separati da un certo tempo l’uno dall’altro (da 30” fino a due, tre minuti) e il tempo viene preso per ciascuno alla partenza e al traguardo da un sistema di cronometraggio identico a quelli utilizzati, tanto per fare un esempio, nelle gare di sci.

Quando si usano
Correndo da soli il regolamento permette di utilizzare bici diverse poiché non c’è il rischio di provocare cadute dovute alla minore maneggevolezza delle biciclette. Scegliere, infatti, il massimo rendimento aerodinamico delle biciclette va a discapito della guidabilità ma anche della prontezza nelle variazioni di ritmo.
Con una bici da crono è impensabile effettuare gli scatti che si possono fare con una bici da corsa tradizionale. Al tempo stesso una bici da crono, per la geometria del telaio e la posizione del ciclista, non va bene per la salita. Qui ci si troverebbe con un mezzo mediamente più pesante (telai e ruote aerodinamiche pesano) e difficile da gestire in salita ma anche nelle curve veloci in discesa.

Una bici da cronometro, in sostanza, è perfetta per percorsi dritti e con profilo altimetrico il più piatto possibile. Questo non vuol dire che non si possa curvare o affrontare qualche salita, ma se ne perdono i vantaggi, tant’è che spesso i corridori utilizzano bici normali anche in prove contro il tempo dove il percorso sia più difficile.

Come sono fatte
Le biciclette da cronometro sono studiate per consentire al ciclista la migliore posizione aerodinamica. Per fare questo è stata studiata una postura che prevede le braccia in posizione avanzata e strette davanti alla sagoma del ciclista. Il busto e il più possibile abbassato e parallelo al terreno.
Per ottenere questo sono stati studiati manubri speciali dotati di prese laterali avanzate e prolunghe aerodinamiche che permettono l’appoggio dei gomiti con le mani che vanno quasi a congiungersi in avanti.

Geometria
Visto l’impiego di queste bici e lo sviluppo della potenza richiesto ma su tratti più brevi rispetto alle normali gare in linea, la posizione del bacino viene spostata verso la verticale al movimento centrale. Il tubo piantone ha inclinazioni che possono arrivare anche a 76 o 77 gradi. La bici può essere anche più lunga nel passo, ma questa non è una regola fondamentale.

Forma dei tubi
La resa aerodinamica è studiata nei minimi dettagli e, proprio per questo motivo, i tubi che compongono il telaio sono schiacciati e filanti, così come i foderi della forcella e il reggisella.

Componenti
Proprio il reggisella è una delle parti fondamentali. Raramente lo si trova tondo, molto più spesso prosegue la forma del piantone e, ancora di più, è integrato direttamente nel telaio lasciando il supporto della sella ad un semplice morsetto da fissare sul prolungamento del piantone (reggisella integrato).
Il manubrio, oltre ad avere la sua forma particolare, è dotato anche di comandi appositi per azionare freni e deragliatori. I gruppi top di gamma prevedono nelle loro serie, dei componenti speciali dedicati proprio a questo impiego.

Spesso nelle bici da crono le soluzioni aerodinamiche prevedono anche l’utilizzo di freni appositi fatti elaborare dagli stessi telaisti. Questo perché le pinze freni vengono fatte alloggiare in posizione posteriore alla forcella, per quello anteriore, e in corrispondenza dei foderi orizzontali per il freno posteriore.

I nuovi regolamenti dell'UCI che prevedono una proporzione geometrica di 1:3 tra le superfici dei materiali utilizzati ha costretto atleti ed aziende ad aggiornarsi ai nuovi standard non senza difficoltà (soprattutto per le aziende che lavorano il carbonio: si sono trovate a dover riprogettare daccapo i loro prodotti realizzando nuovi e costosissimi stampi).